di Gabriele Bonafede
È stato chiamato “Genio” il tram di Palermo. Ironico. Perché, sebbene dal punto di vista sociale sia una realizzazione che ha già i suoi pregi, dal punto di vista economico e ambientale, al momento, è quantomeno idiota. A memoria non ricordo nessuna città al mondo, e purtroppo ho vissuto in molte, che abbia un tram che non passi dal centro, come accade invece a Palermo con le prime tre linee varate in pompa magna con tanto di ministro e ressa di “curiosi”.
Purtroppo, il bilancio di un tram è sempre finanziariamente negativo. Anche se passa dal centro. Molto peggio se non ci passa, persino in città di ben altri livelli di reddito e conseguenti tariffe e biglietti. Il bilancio diventa positivo se lo si vede dal punto di vista sociale e ambientale: riduce il traffico, permette alle periferie di collegarsi velocemente con il centro dove sono la maggior parte dei servizi e dei posti di lavoro, riduce l’inquinamento alleviando i problemi sanitari legati alla qualità dell’aria.
Le prime tre linee del tram di Palermo purtroppo non raggiungono nessuno degli scopi per i quali si spendono tanti soldi per creare questo tipo d’infrastruttura. Semmai è un primo passo, realizzando, ma solo in parte, un collegamento che ha un valore sociale: i quartieri popolari di Brancaccio e di Borgo Nuovo sono adesso collegati con le zone limitrofe al vero centro di Palermo. Meglio che un calcio nei denti, si diceva una volta.
Ma il problema di base rimane. Il tram “Genio” non passa dal vero e proprio centro, e nemmeno da quello “allargato”, che rimarrà servito da autobus e automobili, con conseguente maggiorazione dei costi, sia privati (sotto forma di tasse dirette e indirette per non farlo fallire), sia pubblici (sotto forma di peggiori livelli d’inquinamento).
Per fortuna, l’amministrazione comunale ha capito quale è il problema. Almeno sembra. Ed avrebbe provveduto a fornire notizie sui programmi nel medio termine, sempre se sopravvivrà alla situazione finanziaria, ulteriormente aggravata dal peso-tram, e troverà i fondi per razionalizzare a mezzo di grandi investimenti l’attuale rete poco logica.
Le nuove linee sarebbero, in un orizzonte di cinque anni, ben tre. Portando quindi la rete a sei linee. Anche se una delle nuove linee è in effetti il prolungamento di quella da Brancaccio, che era da fare con assoluta priorità fin dall’inizio. Ecco quali sarebbero le nuove “tre” linee (nella mappa a sinistra da ingradnire cliccando sopra):
Linea 4 (in colore arancione nella mappa). Sarà il prolungamento della linea “3b” sulla circonvallazione. Scenderebbe su via Basile fino a via Brasa; da qui la linea proseguirà fino ad attestarsi a Falsomiele-Bonagia (quartieri fortemente popolari di Palermo) con un passaggio lungo via Lodato e la realizzazione di un nuovo ponte anche carrabile sull’Oreto.
Linea 5 (in colore giallo). Pare che questa linea servirà a collegare le linee 1 e 2 e i depositi rispettivamente a Roccella e Borgo Nuovo. Riducendo i costi di tre linee al monento separate. Si tratta di una linea che viaggerà su via Lincoln, Cala, e proseguirà lungo via Duca della Verdura per connettersi con l’attuale terminal-Notarbartolo.
Linea 6 (in colore rosa). Questa linea è una novità e punterà a collegare il centro città con la borgata marinara di Mondello. Partirà infatti dal terminal della Stazione Centrale, via Roma, viale Strasburgo fino ad arrivare a Partanna. A giudicare dal percorso di questa linea, sembra che si abbandoni l’idea del secondo stralcio (ancora da progettare) della “Mal” fino a Mondello, la Metropolitana automatica (che pare sia confermata nel tratto Oreto-Notarbartolo), facendo risparmiare un bel coppo di soldi.
A mio avviso, dal punto di vista economico, sociale e ambientale, proprio la novità (la linea 6) è la più efficace. E urgente. Era da realizzare prioritariamente, ancor prima delle attuali tre linee in esercizio, e per ovvi motivi. Magari anche deviando più vicina al mare per poi realizzarla a costi limitati sull’asse Favorita-Mondello.
Spiego perché con parole il più semplici possibili e comprensibili anche a chi non mastica troppo d’economia, dati, statistica, finanza e compagnia bella.
Intanto perché passa dal centro, compreso il centro storico. Rendendo legittima e utile la tassa-ZTL, perché effettivamente smaltirebbe traffico laddove è più alta la concentrazione di flussi gommati altamente inquinanti.
In secondo luogo, perché permette maggiori incassi, rendendo possibile un bilancio meno in passivo per la gestione e quindi permettendo di non far crollare tutta l’operazione dal punto di vista finanziario. E, indirettamente, favorendo anche la mobilità delle borgate socialmente svantaggiate. Inoltre, questa linea sarebbe quella che avrebbe il contributo dei biglietti pagati dai turisti, di solito biglietti a costo più alto perché mai abbonamenti. Favorendo così un’entrata esogena alle casse, già molto vuote, dei palermitani, oltre a una fruizione turismo-cultura-mare che avvantaggerebbe tutta l’economia turistica della città.
In terzo luogo perché, anche dal punto di vista sociale, completerebbe il collegamento del centro con le zone periferiche fin qui collegate, meglio se collegata con un piccolo braccio di un paio di fermate alla stazione Notarbartolo. E sarebbe utile anche a chi viene dalla corona di centri dell’area metropolitana: Villabate, Misilmeri, Altofonte, Monreale, etc., se nei terminali esterni ci saranno posteggi adeguati.
Si spera che l’amministrazione capisca. E cominci quanto prima la linea 6 (chiamandola magari linea 4 o “Genio rinsavito”), possibilmente prima che la città vada a fallimento.
Mappa in copertina fornita dall’amministrazione