di Gabriele Bonafede
Una cifra immensa, una popolazione grande quasi quanto quella dell’Italia. Di questi, più di 20 milioni sono rifugiati oltre i confini del proprio Paese e 34 milioni all’interno dei confini.
Lo afferma l’UNHCR, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati che informa di un aumento spaventoso nel corso degli ultimi due anni. L’ultimo rapporto della UNHCR rivela che già a metà del 2015 i rifugiati sono aumentati di 700.000 persone per quelli “globali” (fuori dai confini nazionali) e di 2 milioni per quelli all’interno dei confini nazionali.
Si presume che nella seconda metà del 2015 il trend sia continuato uguale, nella migliore delle ipotesi, oppure aumentato. Per cui la cifra di 54 milioni è al momento una stima prudente, probabilmente sono ancora di più.
Si tratta di una quantità di rifugiati mai vista dalla fine della seconda guerra mondiale. E ancora a causa della guerra ci sono tanti rifugiati. Non una sola guerra, ma tante sparse per il mondo: Siria, Sudan, Etiopia ed Eritrea, Yemen, Ucraina, Georgia, Afghanistan, Iraq…. Guerre di oggi, ma anche guerre di ieri con rifugiati che si ritrovano in condizioni di estremo bisogno e non ancora integrati nel proprio Paese o in quello di arrivo.
L’atteggiamento dei Paesi che possono fornire aiuto è, nella migliore delle ipotesi, di diffidenza, di oblio, di rifiuto. Ma non solo. In Europa intere formazioni politiche fanno dell’odio verso gli immigrati, siano essi immigrati per motivi economici o rifugiati, la loro piattaforma politica. E consigliano altra guerra, altre bombe.
Consigliano d’allearsi con i dittatori più efferati, come Assad, per “fermare” la guerra.
Assad, che insieme all’Isis è la causa principale della guerra e della tragedia siriana. Consigliano ancora massacro. Consigliano genocidio.