di Gabriele Bonafede
“Chi assiste all’attività dell’Etna in questi giorni sta vivendo momenti storici”. È la frase-chiave di Boris Behncke (Esperto dell’INGV-Osservatorio Etneo), pubblicata su suo profilo Facebook e ripresa da Meteoweb. D’altronde, nelle ultime ore s’intensificano i comunicati dell’IGV mentre la rete si riempie d’immagini spettacolari, come quelle che riportiamo.
“Una cosa molto importante – avverte Behncke – credo non sia assolutamente il caso in questi giorni di avvicinarsi ai crateri sommitali dell’Etna. Non c’è bisogno di dire altro.”
D’altronde, per scattare fotografie spettacolari non c’è alcuna necessità di avvicinarsi al vulcano, anzi. I parossismi sono visibili, anche al tramonto, persino dalla Calabria.
Ma cosa sta succedendo esattamente al vulcano? A capirlo ci aiutano i comunicati dell’INGV di Catania (qui). Dagli ultimi due si capisce perché Behncke parli di “momento storico”. Quello del pomeriggio 4 dicembre riporta:
“Il secondo episodio parossistico del cratere Voragine dell’Etna in meno di 36 ore ha raggiunto l’acme fra le ore 09:00 e 10:00 UTC (= ore locali -1), con alte fontane di lava e una colonna eruttiva che ha raggiunto l’altezza di almeno 7 km sopra la cima del vulcano in circa 10-15 minuti dopo l’inizio della fase parossistica.
La foto a sinistra, di Boris Behncke (INGV-Osservatorio Etneo), mostra la colonna eruttiva vista da Misterbianco, sul versante meridionale, alle ore 09:38. Dopo le ore 10:00, l’attività esplosiva è gradualmente diminuita, per passare a sporadiche emissioni di cenere nel tardo pomeriggio del 4 dicembre 2015. Questo parossismo è stato accompagnato da frequenti emissioni di cenere marrone-grigiastra dal nuovo cratere a pozzo apertosi recentemente sull’alto fianco orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC); queste emissioni stanno continuando al momento che questo aggiornamento è pubblicato.
Resta ancora elevata l’ampiezza del tremore vulcanico, che in corrispondenza con il parossismo di stamattina ha raggiunto un picco più alto rispetto a quello associato al parossismo di ieri notte.
Con il buio della sera, si osservano sporadiche esplosioni stromboliane sia dalla Voragine sia dal cratere a pozzo sull’alto fianco orientale del NSEC”.
“Il materiale piroclasticodi ricaduta più grossolano – continua il comunicato – è stato depositato sull’alto versante sud-occidentale del vulcano, al di sopra di 2000 m, mentre ricadute di cenere sono avvenute nel settore orientale in zona Giarre – Zafferana Etnea.”
Nel comunicato serale (ore 21.00) del 5 dicembre troviamo:
“Nelle ultime 24 ore sono avvenuti due episodi parossistici al cratere Voragine dell’Etna, uno nella serata del 4 dicembre 2015 nell’intervallo delle ore 20:30-21:15 UTC (= ore locali -1), e il secondo nel pomeriggio del 5 dicembre nell’intervallo delle ore 14:55-15:35 UTC. Questi parossismi hanno ripetuto in quasi tutti i dettagli quelli avvenuti nelle prime ore del 3 dicembre e nella mattinata del 4 dicembre, con alte fontane di lava e colonne eruttive alte molti chilometri.”
Si tratta quindi di una situazione del tutto nuova, con una serie di ben quattro “botti” nel giro di tre giorni.
Lo stesso Behncke dà qualche indicazione personale già da ieri sera, quando i “botti” erano stati solo due: “Ho questa sensazione che negli ultimi mesi l’Etna abbia osservato come altri vulcani nel mondo hanno fatto le loro cose. Come per esempio il Calbuco in Cile, o più recentemente, il Momotombo in Nicaragua. Restò là in silenzio, e il mondo quasi la dimenticò.”
“Ora è tornata in scena con un doppio botto, per mostrare che lei possa fare tutte le cose che abbiamo visto agli altri vulcani durante la notte e in pieno giorno, e tutto ciò nella bella vecchia Sicilia, questo posto adorato da tutti ma di cui nessuno se ne frega.”