
di Gabriele Bonafede
Noël Coward mise in scena Blithe Spirit (Spirito Allegro) per la prima volta a Londra nel 1941. In piena guerra, con l’Inghilterra assediata dal nazismo e bombardamenti a tappeto che radevano al suolo Coventry e altre città britanniche. Un’epoca in cui l’Italia partecipava con i nazisti a quei bombardamenti.

Anche oggi c’è una guerra con bombardamenti indiscriminati. Ed è nel Mediterraneo orientale. A parte il forte revival del capolavoro di Coward negli ultimi anni, che riappaia una pièce come questa a Palermo, al centro del Mediterraneo, forse non è un caso. S’intende, un non-caso non voluto se non nell’inconscio dell’intuizione, esattamente come accade nello spettacolo e vedendolo. Un’evocazione nell’evocazione, si potrebbe dire: quell’inconscio che, contrariamente a qualsiasi razionalità, “guida” in qualche modo i propri pensieri e fa riapparire fantasmi del passato. Magari facendo attenzione a evocarli in un assetto da commedia anziché di guerra.
Blithe Spirit non fu accolto bene da gran parte della critica nel 1941. Proprio perché, con i tanti morti sotto le bombe o al fronte, sembrava inappropriato. Invece ebbe successo. Tanto e prolungato successo: per decenni dopo la fine della guerra fu rappresentato centinaia di volte in Inghilterra e altrove. E non solo perché l’humor inglese tipicamente affronta il tema della morte con successo. Ma, forse, anche perché gli spettri del nazismo furono vinti: la divagazione sulla vita personale con fantasmi a commedia si nutrì d’ulteriore spensieratezza nel dopoguerra per il pericolo scampato. Inoltre, con pochi uomini disponibili in tempo di guerra e dopoguerra, l’eventualità di trovarsi a convivere con due donne non era poi così rara nell’Inghilterra degli anni ‘40. E dunque l’immedesimazione poteva contare su più spettatori, per lo meno uomini.
Non stupirebbe se, anche se guardato con rispetto e voglia di divertirsi, questo humor oggi faccia più pensare che ridere, per lo meno in Italia e non solo. Il che non sarebbe un male, anzi. Ed è quello che forse è successo in almeno una delle rappresentazioni di Spirito allegro al Teatro Biondo di Palermo in questi ultimi giorni. Partito con un caloroso applauso a Leo Gullotta, il dialogo ironico con il pubblico ha faticato nella prima parte per liberarsi nella seconda, in un crescendo di divertito consenso fino al prolungato apprezzamento finale.
Forse, ancora una volta, non è un caso. Oggi come nel 1940, purtroppo, l’Italia appare largamente fascista o quantomeno appagata dall’immagine di “uomini forti” al potere. Dunque, allora come oggi, la pièce potrebbe non essere capita fino in fondo da molti italiani: si tratterebbe così di un ricorso storico segnato da incomprensioni. È d’uopo: “la menzogna è più accettata della verità”, o qualcosa di simile emerge fin dalle prime battute in scena che Coward materializzò con la sottigliezza di un doppio senso oggi dimenticato, ancora più corposo se messo in “commedia-noir”.
Dimenticato? A leggere alcune recensioni che circolano oggi in Italia, parrebbe proprio di sì. Ma non sempre.
Forse Leo Gullotta e la sua band non arrivano alle altezze di stelle anglosassoni che lo misero in scena, e anche in film, nelle migliori rappresentazioni del secolo scorso. Però lo spettacolo al Biondo rende largamente merito al testo di Coward, prolungando anche in Italia il recente “revival” di Blithe Spirit oltre oceano. Attori e attrici tengono il ritmo e coinvolgono, grazie anche a una scenografia ed “effetti speciali” ben congeniati ed egregiamente realizzati.
Se il ghiaccio non è subito rotto, oltre che per i motivi già detti, forse è anche a causa dell’esigenza di rendere attuale l’humor britannico di allora e per giunta in Italia. In effetti, a partire dai dialoghi tra Leo Gullotta (Charles Condomine) e Valentina Gristina (Elvira) dopo la seduta spiritica, lo spettacolo in scena al Biondo decolla: segno evidente che il duetto d’attori funziona, eccome.
Ben sostenuto dal terzo lato del triangolo (Federica Bern in Ruth) e dal prezioso gruppo di “spalle” (Betti Pedrazzi, Rita Abela, Federica Bern, Sergio Mascherpa) sbalza un testo che ha sempre qualcosa da dire. Notoriamente, l’esistenza di uno spirito relazionale, oltre che storico. Ricordando con spirito allegro l’ingombrante presenza di passate e importanti relazioni che ognuno di noi ha vissuto, si entra molto più in empatia con allestimento e recitazione a firma Fabio Grossi (regia) e Leo Gullotta (attore principale).
Già, perché la donna (o l’uomo) che è stata in passato importante rischia sempre di entrare nella relazione presente. Dunque la nota “chiave” di Blithe Spirit è elegantemente rappresentata nello spettacolo messo in scena al Biondo.
Soprattutto quando c’è di mezzo l’arte, le chiavi ben riemergono alla lettura di uno spettacolo teatrale. Ancor più se si tratta di una pièce storica come questa.
Pensateci, e andate a vedere Spirito allegro con… lo spirito giusto. Ne accrescerà il diletto nelle scene, anche per preparar l’avvenire.
Spirito allegro
di Noël Coward
traduzione Masolino D’Amico
regia Fabio Grossi
Personaggi e intrepreti: Charles Leo Gullotta, Madame Arcati Betti Pedrazzi, Edith Rita Abela, Signora Ruth Federica Bern, Signora Bradman Chiara Cavalieri, Elvira Valentina Gristina, Dott. Bradman Sergio Mascherpa
Scene Ezio Antonelli, musiche Germano Mazzocchetti, luci Umile Venieri, produzione Diana Organizzazione Italiana Spettacoli, produttore esecutivo Giampiero Mirra
Calendario delle rappresentazioni al Teatro Biondo di Palermo:
ven. 12 febbraio 2016 – ore 21.00
sab. 13 febbraio 2016 – ore 21.00
dom. 14 febbraio 2016 – ore 17.30
mar. 16 febbraio 2016 – ore 21.00
mer. 17 febbraio 2016 – ore 17.30
gio. 18 febbraio 2016 – ore 17.30
ven. 19 febbraio 2016 – ore 21.00
sab. 20 febbraio 2016 – ore 21.00
dom. 21 febbraio 2016 – ore 17.30