
Il vicentino Parolin non è stato eletto. Ma la numerosa comunità statunitense in città accoglie con favore l’elezione del primo papa americano
di Nereo Maggiani
L’elezione di Papa Leone XIV ha avuto una risonanza particolare nella città di Vicenza, posizionata in una regione, il Veneto, che in passato veniva definita la “Sagrestia d’Italia” per il suo cattolicesimo ampiamente diffuso. Oggi Vicenza è molto più secolarizzata di un tempo.
Ma esiste un’altra città nella città vicentina, che ha particolarmente gioito per l’elezione del Papa. È la Vicenza americana della Caserma Ederle, la base militare degli Usa, sita in Viale della Pace (sì, si chiama proprio così!). La base ospita circa 16mila tra civili, militari e famigliari e fa capo a ben due installazioni militari. Gli “americani di Vicenza” rappresentano quasi il 15% della popolazione vicentina.
È dalla fine della seconda guerra mondiale che la comunità americana vive a Vicenza, integrandosi dapprima con una certa difficoltà, per poi amalgamarsi con la cultura vicentina con maggiore maturità. Inutile dire che molte ragazze locali si sono nel tempo innamorate dei robusti ragazzotti americani per costituire famiglie che col tempo sono cresciute nel numero dei loro componenti.
Americani di Vicenza sorpresi e felici per l’elezione di Papa Leone XIV
La notizia è arrivata di sorpresa per gli americani di Vicenza e per tutti. I pronostici davano per vincente la candidatura del Cardinale vicentino Pietro Parolin. Quindi Vicenza ha perso la sua battaglia virtuale con l’oltre Atlantico. Ma se ne farà presto una ragione anche perché, attraverso la comunità americana locale, un legame c’è obiettivamente.
Numerosi gli “Americani Vicentini” a vivere la nomina del nuovo Pontefice come un evento di portata storica, capace di infondere ottimismo alla comunità. Una comunità statunitense turbata di recente dall’inquietante lettera spedita da Elon Musk, responsabile del DOGE (vale a dire il Dipartimento per l’Efficienza del Governo dell’Amministrazione Statunitense, che nulla ha a che fare con i dogi veneziani) in cui si chiedeva ai militari – con una semplice e-mail – di “documentare” l’attività dell’ultima settimana, pena l’imposizione di pesanti sanzioni. Ovviamente la lettera di Elon Mask è stata percepita come intimidatoria e priva di alcuna giustificazione.
Gli americani di Vicenza, quasi tutti dipendenti pubblici federali, potrebbero dunque vedere Papa Leone XIV come un alleato nel contrastare la tendenza dell’amministrazione-Trump a licenziare senza motivo i propri impiegati federali. Cosa già avvenuta per molte agenzie federali, con dipendenti già licenziati in massa dal DOGE.
D’altronde, Papa Leone XIV non accetterà facilmente la politica di Trump. Da cardinale aveva già criticato sui social l’attuale amministrazione americana su diversi temi, a partire dalla politica riguardante l’immigrazione. La scelta del nome Leone da Pontefice è anche un segnale in questo senso per lo meno sul piano del coraggio nei confronti dei potenti del mondo.