
Controllo del territorio, scommesse online e mafia. Un’indagine rivela l’innesto “innovativo” sul vecchio sistema delle zone di competenza
di Giovanni Burgio
Le intercettazioni dell’operazione Game over II del 18 novembre 2021 confermano come ancora oggi il concetto di “Signoria territoriale” coniato dallo studioso palermitano del fenomeno mafioso Umberto Santino vige rigorosamente ed è sempre applicato dalle famiglie mafiose palermitane.
L’antico sistema
Dice Guglielmo Ficarra, boss della Noce, a Rosario Calascibetta mentre viene registrato all’interno di una potente Range Rover Sport: “A destra c’è l’Uditore, a sinistra c’è Cruillas”.

Questa semplice frase che potrebbe apparentemente fare riferimento alla dislocazione dei due quartieri palermitani, in realtà nella lingua di Cosa Nostra significa altro. “Qui comanda la famiglia dell’Uditore, lì la famiglia di Cruillas”. Cioè, contrade, strade, perfino i marciapiedi, sono divisi rigidamente in zone fra le varie famiglie mafiose. E guai se qualcuno si permette di entrare senza il necessario permesso.
E, sempre nella stessa logica di appartenenza territoriale, se si devono recuperare crediti da debitori insolventi bisogna parlare con l’uomo di “peso” della cosca di riferimento. Infatti, sempre in questa conversazione intercettata in macchina, si pone il problema di come recuperare, senza pestare i piedi ai padroni del territorio, 100mila euro da Vincenzo Caravello e Rosario Spina che gestivano una rete di agenzie di scommesse on-line.
Il nuovo affare: scommesse online e mafia
Ma questa inchiesta, che ha riguardato fatti accaduti fra il 2016 e il 2018 e che ha portato in carcere 5 persone, 2 agli arresti domiciliari, 5 al divieto di dimora e altre ventidue indagate, ci dice anche che accanto alle vecchie regole di Cosa Nostra proliferano i nuovi affari. Una compresenza di arcaicità e modernità anch’essa tipica del mondo mafioso.

La più lucrosa di queste nuove fonti di reddito per le cosche mafiose adesso è senz’altro l’enorme massa di denaro che proviene dalle scommesse online. Il giro illegale in questa indagine è stimato in 14 milioni al mese. La stima proviene da accertamenti su 12 agenzie sparse a Palermo e provincia, oltre gli altri punti vendita ricadenti nel ragusano, messinese, agrigentino e trapanese.
A guidare e dirigere questo innovativo campo commerciale è stato Antonino Toni Fanara, ritenuto affiliato alla cosca di Passo di Rigano. L’intraprendente trentaseienne si è rivelato avere una notevole capacità tecnica.
Infatti, oltre a distribuire le piattaforme del gioco alle varie agenzie e a restituire ai gestori dei siti quanto loro dovuto, è riuscito nel difficile compito di procurarsi le password necessarie per accedere ai servizi online vietati. Una competenza e un’abilità che lo hanno fatto diventare nel mondo di Cosa Nostra punto di riferimento per chi voleva entrare in questo specifico business.
La catena di comando
Al di sotto di Ficarra e Fanara, i due esponenti delle famiglie mafiose che con il loro potere d’intimidazione condizionavano tutti i rapporti commerciali, quelli che materialmente lavoravano sul territorio e organizzavano la vasta rete di agenzie erano Salvatore Cinà, Rosario Calascibetta e Giacomo Dolce. Mentre Sergio Moltisanti e Angelo Repoli erano i proprietari delle società dei siti di scommesse sportive on line che avevano sede a Malta.
Si era, cioè, creata una capillare e complessa catena di rapporti personali e societari. Ciò al fine di sfuggire i controlli statali, eludere le tasse, aggirare gli eventuali sequestri e confische.
Ciononostante, sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni mobili aziendali, attrezzature informatiche e soprattutto una friggitoria nella centralissima via Villareale di Palermo. Ma anche un caseificio di una società agricola di Menfi e una casa farmaceutica di Santa Flavia. A conferma della gigantesca mole d’affari generata da questo tipo d’attività, ci sono infine i circa 350mila euro che gli investigatori pensano siano stati riciclati in quest’ultima azienda.