di Gabriele Bonafede
Con la finale play-off di ritorno, Frosinone-Palermo, il campionato di serie B 2017-2018 è finito in vergogna nazionale. Una squadra di peracottari aiutati da un arbitro inqualificabile è salita in serie A: il Frosinone. Peracottari dell’ultima ora, hanno “deliziato” tutti gli italiani con le loro messe in scena meschine e antisportive.
Peggio ha fatto la Lega Serie B, con il giudice sportivo che non ha ammesso le immagini a giudizio, accettando invece un referto arbitrale parziale e farcito di imprecisioni che hanno del paradossale. Il comportamento inqualificabile del Frosinone è stato così “punito” con sanzioni semplicemente ridicole. Di fatto, è stato premiato il comportamento antisportivo.
Oltre a colossali perdite di tempo, non recuperate dal direttore di gara Federico La Penna, in Frosinone-Palermo era successo di tutto di più, all’insegna del peggior comportamento, del disprezzo per la sportività. Fornendo un chiaro esempio di diseducazione per i più giovani.
Premiando chi getta palloni in campo persino dalla panchina, chi dà botte da orbi, chi accerchia e insulta il direttore di gara, chi simula improbabili infortuni per perdere tempo, chi invade il campo. Se la sentenza del giudice sportivo è stata scandalosa, il giudizio degli appassionati di calcio su questa vicenda è stato unanime: vergogna, doppia, tripla, vergogna.
Il giudice sportivo ha, finora, omologato la partita. Il Frosinone è stato persino considerato un “club modello” dal numero uno dello sport italiano, il presidente del CONI. Infine, l’arbitro La Penna è stato premiato con la promozione, anche per lui come per il Frosinone, in massima serie. Qui non siamo più alla mancata sanzione per comportamenti antisportivi, siamo addirittura all’esaltazione e alla premiazione per comportamenti antisportivi.
La vicenda ha dell’incredibile e dipinge bene lo stato miserevole nel quale è caduto lo sport italiano: ancora più in basso di un epocale insuccesso sportivo quale è stata la meritatissima esclusione dalla fase finale dei mondiali di calcio.
Ma ecco che, proprio da Palermo, arriva una storia che, nel mondo “sportivo” di oggi, è cosa rara. Una lezione di sportività che è un vero e proprio schiaffo morale ai peracottari del Frosinone e della Lega Calcio.
Non succede, però, nel calcio, ma dal nuoto: i Campionati italiani master di acque libere. La storia è stata raccontata sui social, precisamente su Facebook, da un veterano del nuoto palermitano, oggi scrittore: Marco Pomar.
“Due nuotatori, uno palermitano che chiameremo Pino, e uno del nord che chiameremo Gino, sulla gara dei 5 chilometri si staccano dagli avversari e fanno gara a sé.
A pochi metri dall’arrivo, Gino si stacca di pochissimo, forse un paio di metri, tallonato sempre da Pino. Solo che, in prossimità del traguardo, sbaglia e colpisce la boa che delimita il corridoio di arrivo, quello degli ultimi trenta metri.
E continua a sbagliare, entrando da sotto le boe laterali, cosa che da regolamento non si può fare. A questo punto, richiamato dai fischi dei giudici di gara, non gli resta che tornare qualche metro indietro e rifare il percorso corretto, perdendo a questo punto il titolo italiano a favore di Pino.
E qui accade l’incredibile, il gesto che spiazza, che non ti aspetti, che regala nuovamente un briciolo di fiducia nel genere umano: Pino si ferma ad aspettare Gino, lo lascia passare e perde la medaglia d’oro, vincendo quella della sportività, tra gli applausi interminabili di tutto il pubblico presente.
Io sono felice di essere amico di Pino, che poi si chiama Tony Trippodo, è un campione in acqua e un esempio per chi fa sport. Grazie Tony, mi hai fatto emozionare.”
Ci vorrebbero molte più lezioni come queste, possibilmente anche nel calcio. Storie che potrebbero far recuperare un minimo di credibilità sportiva al calcio italiano.
Ci saranno? Servirà? Oppure sono proprio la Lega Calcio, l’AIA, il CONI che, non sanzionando a dovere comportamenti scorretti come quello del Frosinone, fanno di tutto per distruggere lo sport? La domanda rimane aperta. Purtroppo.