
Paride Benassai in Liolà, ph © rosellina garbo 2018
Al Biondo di Palermo, con Mario Incudine, Moni Ovadia e Paride Benassai, Liolà di Pirandello diventa una commedia musicale
di Gabriele Bonafede
L’adattamento musicale di Mario Incudine, Moni Ovadia e Paride Benassai per “Liolà” di Luigi Pirandello debutta in prima assoluta venerdì 11 maggio alle ore 21.00 al Teatro Biondo di Palermo. Prodotto dallo Stabile palermitano con la collaborazione del Teatro Garibaldi di Enna e del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, è diretto da Moni Ovadia e Mario Incudine che ha scritto anche le musiche e disegnato le scene. Liolà diventa così una commedia musicale.

Nel ruolo di Liolà, Incudine sarà in scena insieme a Moni Ovadia che interpreta Zio Simone, Paride Benassai (foto di Rosellina Garbo in copertina) nei panni di Pauluzzu ’u fuoddi, Rori Quattrocchi nel ruolo di Zà Ninfa, Stefania Blandeburgo nel ruolo di Zà Croce, Aurora Cimino, Graziana Lo Brutto, Chiara Seminara, Sabrina Sproviero, i musicisti Antonio Vasta (fisarmonica), Antonio Putzu (fiati), Manfredi Tumminello (corde) e il coro di contadini e popolani interpretato dagli attori e danzatori del Teatro Ditirammu diretto da Elisa Parrinello: Noa Blasini, Chiara Bologna, Elvira Maria Camarrone, Valentina Corrao, Francesco Di Giuseppe, Bruno Carlo Di Vita, Mattia Carlo Di Vita, Noa Flandina, Alessandra Ponente, Alessia Quattrocchi, Rita Tolomeo, Pietro Tutone, Fabio Ustica.
«Una fonosfera di talenti», così Mario Incudine presenta lo straordinario gruppo di giovani attori del Teatro Ditirammu che accompagnerà un cast eccezionale: «è una favola, una trasfigurazione della realtà».
I costumi dello spettacolo sono di Elisa Savi, le luci di Franco Buzzanca, i movimenti scenici e le coreografie di Dario La Ferla, la direzione musicale è di Antonio Vasta. Repliche fino al 20 maggio.
Scritta in dialetto agrigentino durante la prima guerra mondiale e rappresentata per la prima volta al Teatro Argentina di Roma nel 1916 dalla compagnia di Angelo Musco, Liolà – “Commedia campestre in tre atti” secondo la definizione dell’autore – è ispirata a un episodio del quarto capitolo del romanzo Il fu Mattia Pascal. Protagonista è un simpatico contadino che si aggira nelle campagne agrigentine seducendo “ragazzotte di fuorivia”, dei cui figli si fa carico affidandoli alla propria madre. La commedia si ingarbuglia quando Liolà ingravida Tuzza, nipote del ricco Zio Simone, che vorrebbe far credere di essere il padre del bambino per nascondere la propria sterilità.
Nelle mani di Ovadia, Incudine e Benassai, il testo di Pirandello diventa soprattutto uno spettacolo corale, una vera e propria commedia musicale dove il ritmo, le musiche le danze e i giochi linguistici disegnano un grande affresco popolare. Tanto corale, che il dialetto siciliano non sarà solo l’agrigentino del testo originale, ma anche il palermitano e il catanese.

Secondo Ovadia e Incudine Liolà è «un’opera a tutto tondo, che mescola prosa e musica in una grande favola vicina al mondo dell’opera popolare. Il protagonista rappresenta la vita, il canto, la poesia, il futile ancorché necessario piacere. Lui è l’amore e la morte, il sole e la luna, il canto e il silenzio, il sangue e la ferita, incarna in sé il Don Giovanni di Mozart e il Dioniso della mitologia, governato dall’aria che fa ruotare il suo cervello come un firrialoru, un mulinello. È un uccello di volo, che teme la gabbia e volteggia da un amore all’altro senza mai posarsi troppo a lungo sopra un singolo ramo. Volteggia e canta continuamente, mirando tutti dall’alto, abbracciando, baciando, amoreggiando, sì, ma scansando scaltro le trappole della restrizione».
A fare da contraltare alla grande vitalità di Liolà è Zio Simone, dai toni grotteschi e tragicomici, personaggio cinico e senza scrupoli, attorno al quale ruota tutta la vicenda dei figli delle due protagoniste Tuzza e Mita: «Zio Simone – spiegano ancora Ovadia e Incudine – tratteggia la figura dell’uomo pavido e viscido che, pur di avere un figlio, un erede a cui lasciare la roba, è disposto a qualsiasi compromesso. I personaggi che colorano la storia, ognuno con un timbro diverso e unico a sottolinearne il carattere, sono come gli strumenti preziosi e insostituibili di un’orchestra sinfonica, solfeggiano la parola ed hanno tutti una precisa collocazione nella fonosfera dominata dall’azione corale».
Personaggio di invenzione, rispetto al testo pirandelliano, è invece Paoluzzu, il pazzo del paese: «È lui che, nella sua pirandelliana follia, si dimostra molto più lucido di tutti gli altri. È lui a muovere la vicenda, a scandirne i tempi, burattinaio che ben padroneggia le azioni dei pupi e deus ex machina che risolve infine la tragedia di questo dramma satiresco», precisa la regia.

La regia ricorda inoltre che «La storia di Liolà, conosciutissima ovunque, parte da un capitolo del famoso romanzo Il fu Mattia Pascal per poi diventare una commedia con canzoni. La vicenda si ispira anche ad un’altra novella di Pirandello, La mosca, ed è proprio da frammenti di queste due opere che parte la drammaturgia di questa nuova messa in scena. Un’opera a tutto tondo, che mescola prosa e musica in una grande favola più vicina al mondo dell’opera popolare. Parte e si sviluppa da queste pagine, dalla letteratura, dal romanzo e dai saggi che ne scrissero Gramsci e Pasolini».
Sul connubio tra attori principali e un folto gruppo di nuova generazione, Moni Ovadia non lesina frasi a effetto: «Ogni volta che un giovane viene nominato, viene fottuto. L’alleanza tra generazioni, e non la retorica, serve a creare un futuro di teatro».
Rori Quattrocchi da anni nel grande cinema italiano e straniero si dice «Felice di recitare a teatro, Moni Ovadia è una persona deliziosa. Ogni giorno ha portato a teatro biscotti, pasticcini, torte… una persona meravigliosa. Ha provveduto al nostro benessere facendoci stare in un ambiente sempre festoso e consono a uno spettacolo felice. Una bellissima esperienza».
All’insegna della felicità, tutto il cast: confermando un’atmosfera particolarmente gradita ed entusiasmante durante le prove.
Liolà
da Luigi Pirandello
Riduzione e adattamento Mario Incudine, Moni Ovadia, Paride Benassai, regia Moni Ovadia e Mario Incudine, musiche originali Mario Incudine, scene Mario Incudine, costumi Elisa Savi, luci Franco Buzzanca, movimenti scenici e coreografie Dario La Ferla, direzione musicale Antonio Vasta aiuto regista Alessandro Idonea
Personaggi e interpreti
Liolà Mario Incudine, Zio Simone Moni Ovadia, Pauluzzu ’u fuoddi Paride Benassai, Zà Ninfa Rori Quattrocchi, Zà Croce Stefania Blandeburgo, Tuzza Aurora Cimino, Mita Graziana Lo Brutto, Ciuzza Chiara Seminara, Nedda Sabrina Sproviero