
di Gabriele Bonafede
Alla fine, la stazione spaziale cinese è caduta su Bardonecchia. Lo si poteva prevedere vista la cronaca politica e internazionale che ha imperversato in Italia insieme agli auguri di Pasqua e Pasquetta. Per fortuna non ci sono stati feriti e nemmeno danni.

La stazione, contrariamente alle previsioni, si è adagiata piano piano sulla montagna alle spalle del noto Comune alpino in territorio italiano e non francese. Nonostante l’assoluta mancanza di problemi nell’incredibile “alpinaggio”, si prevedono ulteriori crisi diplomatiche tra Italia e Francia, ma stavolta per motivi completamente diversi.
La stazione cinese, è prevedibile, diventerà una delle più importanti attrazioni turistiche dell’arco alpino. E dunque la domanda nasce spontanea: a chi andranno gli introiti del business turistico? All’Italia o alla Francia?
Salvini ha già annunciato un dazio sugli introiti e la necessità di costruire un muro onde evitare l’afflusso di turisti provenienti dalla Francia. “A Bardonecchia ci si arriva solo dalle valli italiane! I francesi facciano turismo a casa loro!”, avrebbe dichiarato in un post su Facebook già condiviso da alcuni miliardi di cinesi.
Marine Le Pen, dal canto suo, lancia “La station est à nous, Vive la France!” (La stazione è nostra, Viva la Francia). Macron ha ribadito che la stazione è caduta nel territorio di Bardonecchia nel rispetto di un trattato del 1848, mentre dal governo italiano si chiarisce che semmai il trattato sarebbe del 1799, pochi giorni dopo l’arrivo di Napoleone in Italia. E che quindi non sarebbe più in vigore. Fico promette “Restituisco metà della stazione a mia nonna che è stata cinese per molto tempo”, mentre Lavrov, il ministro degli esteri russo, mette in discussione l’esistenza delle Alpi, “Le Alpi sono state inventate dalla Nato per accerchiare la Russia”, dice. Di Maio ha già scritto un libro di tre pagine sull’argomento dal titolo “Abbiamo vinto le elezioni e la stazione cinese tocca a noi”.
Alcune guide alpine promettono escursioni per un’arrampicata spaziale sulle pareti lisce della stazione. La zona, però, è al momento contornata da potenti barriere al fine di evitare qualsiasi contatto con il titanio che è contenuto in grandi quantità nella navicella. Si parla anche di vernici tossiche con le quali sarebbe stata ricoperta dai cinesi.
Nel frattempo, si aspettano le dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping. Ma, da indiscrezioni, si starebbe recando in treno a Bardonecchia insieme all’omologo coreano Kim Jong Un.
Anche Trump si sarebbe interessato all’accadimento, licenziando il direttore della Nasa per manifesta incapacità a mettere dazi sulle Alpi italiane.
Una cosa è certa, per Pasquetta ne vedremo ancora delle belle. Anche perché la Pasqua, quest’anno, è coincisa con il primo di aprile.
Simpaticissima