
Dalla Sicilia con agrumi...
Lemons, Cancelleri e Di Maio dalla Sicilia con furore
di Giovanni Rosciglione
Se fossimo in una condizione normale della vita politica della nostra Nazione, chi, come me non nasconde le proprie preferenze, dovrebbe scrivere o parlare del perché voterebbe questo o quel partito, del perché sceglierebbe di dare la preferenza a questo a quel candidato.
Dovrei limitarmi a illustrare le cose positive fatte dalla mia formazione politica e dovrei spiegare la credibilità e l’efficacia dei programmi. In positivo. Oppure dovrei parlarvi male degli altri partiti o candidati come unico argomento di convinzione. Se fossimo in una condizione normale…

Ma non lo siamo, come tutti converrete che sia.
Non lo siamo, perché negli ultimi 25 anni il vecchio sistema è saltato e quello nuovo è lontano dal consolidarsi. Non lo siamo perché l’idea di Partito e di Politica è lontana dall’essere convincente. Non lo siamo perché la crisi politica da noi ha coinciso con la più grave e devastante crisi economica dal dopoguerra. Non lo siamo perché in Italia la fine delle ideologie e dei blocchi geografici ha reso obsoleto il sistema del Consociativismo Storico che aveva equilibrato la reciproca riconoscibilità dei ruoli tra una maggioranza che doveva per forza governare e un’opposizione che non poteva e non voleva governare. Bloccando quell’alternanza che è l’essenza della nostra democrazia.
Saltato quell’equilibrio, da noi ancora si nega l’idea di valori comuni e si guarda agli altri come nemici e non avversari e si guarda alla composizione di alleanze, non come una normale scelta di saggezza culturale per il bene generale, ma come tradimento, inciucio, delitto!
Non lo siamo, perché – non solo in Italia – c’è il forte e devastante rischio di considerare come guarigione di questi mali forze politiche che non hanno vergogna di presentarsi come populisti antipolitica, come amplificatori della rabbia e della disperazione, come alimentatori delle paure retrograde, come cultori del nichilismo e del qualunquismo, come soffiatori sul fuoco della violenza e della più stolta ignoranza.
Basterebbe solo riflettere della devastante carica emulativa del recente episodio di Macerata e dei commenti dei signori Salvini, Meloni e Di Maio (candidato premier con un numero di voti simili a quelli del mio condominio) che rischiano di avere la maggioranza relativa dei voti.

L’ho fatta lunga per farvi capire come a 27 giorni dalle prossime elezioni non vi parlo delle bellezze grandi e progressive delle mie scelte, ma vorrei solo mettervi in guardia sul fatto che votare con l’intestino equivarrebbe a chiamare un discreto idraulico di fronte ad un’emorragia interna e non un valido chirurgo vascolare. Sarebbe come mettere una pietra sopra ai settanta anni della nostra democrazia e a strappare la bandiera di una Europa che ci garantisce la pace e il benessere.
Per farlo con argomenti concreti e immediatamente percepibili (soprattutto nella mia disperata Sicilia) vorrei che posaste la vostra attenzione sul caso eclatante, ma non troppo sceverato, dell’affare delle Firme False delle Comunarie a 5 stelle nelle amministrative a Palermo del 2013 , sulle quali il nostro Maredolce si era già soffermato con un mio articolo (qui).
L’episodio è tutt’altro che marginale e limitato a un città anche grande come Palermo. No perché, come ho avuto modo di spiegare: “…ma vi siete mai chiesti perché i grillocasaleggini vivono, mangiano e attecchiscono soprattutto in Sicilia? Dadaisti a loro insaputa, hanno bivaccato nella Trinacria felix per quasi tutto lo scorso anno. Beppe di Grillolandia ci arrivava a nuoto dallo stretto, Di Maio dormiva nella stessa tenda di Giancarlo Cancelleri, Di Battista recitava le poesie di Ignazio Buttitta, Azzurra Cancelleri preparava pasta con le sarde e cuddureddi per tutta la banda.”
Ebbene il punto che vorrei sottolineare è che parlare di 5 stelle è parlare di Sicilia: l’hanno scelta come nuova patria perché la hanno vista come la terra dove la politica tradizionale era scesa ai gradini più bassi e i politici erano i meno apprezzati di tutto il Paese. Insomma il ventre molle per accelerare il loro cammino verso il potere. Da Grillo a Di Battista a Di Maio hanno vissuto in Sicilia quasi tutto il 2017. Pensavano di occupare il Governo di una Regione chiave con il Geometra hipster di Gela, e hanno battuto la Trinacria palmo a palmo. Non hanno vinto, ma la Sicilia è ora quello che l’Emilia Romagna era per il PCI e il Veneto per la DC. E qui sono tutti nuovamente per questa grande ultima battaglia (Waterloo?).
Andate allora a guardare i risultati di quelle comunarie, che, a prescindere dalle amministrative, erano secondo gli accordi interni decisive per una graduatoria secondo i voti per le immediatamente successive elezioni Nazionali. Infatti Nuti, che risultò primo con 3.000 preferenze, divenne subito dopo Deputato e, sempre da quelle liste vennero fuori Senatori, altri Deputati e Consiglieri Regionali ed Europei. Se guardate al quartultimo posto con ben 17 voti (un po’ meno di Di Maio come Premier alle parlamentarie) c’era la Signorina Azzurra Cancelleri, casalinga ma in compenso sorella del Gran Cancelleri, mancato Viceré di Sicilia e, a quei tempi, incontrastato rappresentate di Grillo in Trinacria e quindi doveva essere al corrente del papocchio delle firme e muto è stato.

Meditate sul fatto che lo scandalo sulle Firme False (metà delle firme sono state disconosciute dai presunti firmatari) non è scoppiato infatti perché un Cancelliere del Tribunale se ne è accorto, ma perché dopo qualche tempo qualche candidato nelle liste che non era stato accontentato denunciò l’imbroglio per vendetta (muffiò, da noi si dice!). E ora la Magistratura andrà avanti. Mentre il Tribunale di Casaleggio Rousseau ha cominciato ad epurare. Nuti (quello dei 3.000 voti) è stato cacciato.
Ora – voglio precisarlo – a me personalmente non importa se il Tribunale condannerà qualcuno, non mi interessa che siano dei Giudici a condannare un reato (forse neanche c’è un vero reato penale). Ma vorrei chiedere ai miei corregionali, che si appresterebbero il prossimo 4 marzo a scegliere partiti e candidati che dovrebbero Governare un Paese del G7: ma avete ascoltato il ridicolo programma del genietto previsto Ministro dell’Economia Fioramonti? E volendo migliorare la nostra politica, possono mai riuscirci quelli della “Banda dei Limoni”, più degnamente rappresentata da Totò e Peppino?
Perché, se non lo sapete, Azzurra Cancelleri (che nel frattempo si è sposata) è nuovamente candidata in un posto sicuro alla Camera e il Resto del Giancarlino è il potente Capogruppo del più grande partito di Palazzo dei Normanni.
Debbono essere i Giudici a decretare una condanna al comportamento degli uomini dei lemon, o non dobbiamo essere noi cittadini a giudicarli prima? Sul piano della onestà culturale sono da andarsi a nascondere. Sul piano delle capacità, non sembrano in grado di gestire una bocciofila. Sul piano umano, il loro ridicolo appello alla “Onestà, Onestà” suona come un insulto al buon senso di tutti noi.
E per chiudere, prima di recarvi ai seggi, altre due domande: non volete sapere quante preferenze ha avuto la Fata Turchina? Volete davvero curare le emorragie con le sanguisughe?
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