
di Gabriele Bonafede
A tre mesi dalla prematura scomparsa di Vito Parrinello, fondatore del teatro Ditirammu a Palermo, Filippo Luna riporta in scena nell’amato teatro della Kalsa “Le mille bolle blu”.

È uno spettacolo che Luna mette in scena da nove anni. Ma forse mai come questa volta l’aria è stata pervasa da un particolare profumo d’emozione in un luogo che, per chi segue il teatro a Palermo, è un concentrato di storia e cultura popolare.
Nell’atrio del Ditirammu l’antica poltrona del barbiere Nardino è là, sul palco. Ad aspettare il suo ruolo di protagonista in una pièce che porta sempre nuove prospettive di lettura, nuovi coinvolgimenti.
L’amore al centro, per chi si è amato: questa è la cifra nelle tre serate di Le mille bolle blu al Ditirammu.
La propria storia al centro, con l’amore nato e concluso in uno spazio minuscolo quanto immenso: quello che pulsa al plasma dell’esistenza. Per questo mai concluso, che rimane come fosse parte delle nostre cellule, insito nel respiro.
Le mille bolle blu narra di questo spazio, partendo dal luogo e il momento della dipartita. È la morte terrena di uno dei due amanti, in uno degli amori più segreti e più assoluti. Nardino e Manué fanno parte di due pianeti lontanissimi che vivono nella stessa Palermo degli anni ’60: un barbiere popolare e un avvocato di successo.
Tra notti di passione nascoste al mondo e alla città, Nardino ricorda la vita di questo amore che non ha nulla a che vedere con l’apparenza e l’ipocrisia. E presto diventa lucida corsa verso le nuvole agitate da un chiaro sommovimento terrestre, coccolato, decifrato, sostanziato.

Inno all’amore, Le mille bolle blu è forse la pièce che più identifica i modi e i tempi dell’attore palermitano Filippo Luna.
E, al Ditirammu, diventa omaggio a chi ha fatto dell’amore per il teatro e per le storie cantate di Palermo il motivo centrale della propria vita artistica: Vito Parinnello.
Così scopri che Le mille bolle blu non è solo la canzone di Mina, ma qualcosa che si fa spectacle vivant, spettacolo vivente, nel senso pieno dell’accezione francese per il teatro: effimero fluire per una consistenza atemporale. E che rimane oltre la fine.
Mille bolle salgono nell’aria, effimere sfere che contengono l’origine della terra. E, spinte dal profumo della passione, attraversano il sottile spazio tra due parole difficili a dirsi insieme.
Ieri, al Ditirammu, quel profumo ha pervaso l’aria e ha trovato casa nel cerchio continuo del nostro breve divenire.
Foto in copertina Danilo Giaffreda.
Lo spettacolo sarà per la terza volta in scena in questo piccolo ciclo estivo al Ditirammu, martedì 12 settembre, in un’ulteriore replica voluta dal teatro e dall’attore grazie a numerose richieste del pubblico.
Qui una galleria di stupende foto realizzate da Grafimovie durante lo spettacolo e l’abbraccio di Rosa Mistretta con Filippo Luna e il pubblico.