di Gabriele Bonafede
Uno dei luoghi più magici, terrificanti e stupendi di Palermo è Piazza Marina. Innanzitutto, una piazza magica, e molto visitata dai turisti: non solo per i numerosi locali e ristoranti dai nomi letterari e storici, ma grazie agli immensi ficus magnolioide (Ficus macrophylla), in un grande “square” con giardino al centro.
Fino ad alcuni decenni fa era una piazza non abbandonata ma nemmeno ben tenuta. Tutt’altro. L’ottocentesco giardino Garibaldi e la cancellata, ad esempio, furono restaurati grazie all’intervento di Giacomo Baragli, solo alla fine degli anni ’80. Quelle magnolie del Giardino Garibaldi, ma anche le altre piante e la composizione, sono qualcosa di magico: montagne di chiome che si apprezzano a tutto tondo dal piano di calpestio come dai piani alti di sontuose architetture circostanti.
Magiche piante di ombre e luci, dunque, in una piazza anche “terrificante”. Non solo perché teatro dell’omicidio di Petrosino all’inizio del secolo scorso, ma perché era il triste e stregato luogo dove si concludevano gli autodafé e avvenivano i supplizi dell’Inquisizione. Questa, aveva sede nel Palazzo Chiaromonte Steri, forse il più antico e rappresentativo complesso monumentale di tipo nobiliare a Palermo, oggi sede del rettorato dell’università di Palermo e restaurato da Carlo Scarpa e Roberto Calandra. Palazzo Steri fu anche Tribunale di Palermo, spesso iniquo nei secoli, fino alla costruzione del grande palazzo dove è sito adesso dagli anni ‘50, all’angolo opposto del grande centro storico di Palermo.
Stupenda piazza, grazie anche all’immenso patrimonio architettonico che chiude tutte e quattro le quinte del grande spazio pubblico a forma quadrilatera: dal citato palazzo Steri, a palazzo Galletti di San Cataldo, palazzo Fatta, al palazzo Notarbartolo di Villarosa Dagnino, palazzo Mirto poco distante, la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, il Palazzo delle Finanze ossia l’antica Vicaria, la chiesa di San Giovanni dei Napoletani, alla chiesa di Santa Maria della Catena e il Museo delle marionette che si trovano nelle vicinanze, così come la gattopardesca via Alloro e il suo palazzo Abatellis, con la chiesa della Gancia e tanto altro.
A Piazza Marina c’è anche l’ex-hotel de France. E proprio all’ex-hotel de France ha avuto sede dal 1973 al 1999 il Teatro Libero fondato nel 1968 da Beno Mazzone. Oggi il teatro è sempre a Piazza Marina, ma nell’ex loggiato della chiesa cinquecentesca di Santa Maria dei Miracoli. Un altro luogo di Piazza Marina così riaperto dopo secoli di abbandono.
Ben presto, il Teatro Libero Incontroazione è divenuto punto di incontro internazionale per la ricerca teatrale. È infatti riconosciuto quale Centro di Produzione Teatrale dal Dipartimento dello Spettacolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è finanziato dall’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia. Collabora con importanti strutture culturali internazionali e costituisce un punto di riferimento a Palermo per il teatro sperimentale ma non solo.
Numerose le generazioni di artisti formate, lanciate o corroborate dall’attività presso il Teatro Libero.
Così si auto-presenta nel proprio sito intertnet: “Teatro Libero è un luogo aperto e disponibile, entro cui la pratica del teatro ha una sua continuità sia teorica che d’azione, una sua prassi di laboratorio vissuta attraverso l’attività di ricerca e di sperimentazione, l’identificazione e la presentazione di nuove drammaturgie, il teatro/danza, la nuova danza, l’elaborazione e la produzione di propri lavori, la promozione e la diffusione del teatro nelle scuole di ogni ordine e grado, l’organizzazione di convegni, seminari, esposizioni, la ricerca di spazi operativi nel tessuto della città (quartieri, scuole, biblioteche, strade, piazze, zone decentrate), e dei territori dell’entroterra palermitano e dell’intera regione Sicilia.”
Fondamentale, nell’attività del Teatro Libero, è il Festival, conosciuto all’estero anche come “Festival di Palermo”: “all’Incontroazione/Teatro Festival – ricordano gli organizzatori – sono stati presenti i più significativi teatri che dalle loro lontane sedi di Europa, America, Giappone, India, Indonesia, Australia e da altre latitudini, hanno proposto a Palermo le loro creazioni perché fossero esibite e vissute da tutti in un continuo confronto di linguaggi.”
Per questa ragione, “non ha mai avuto l’aspetto di un festival turistico omologato, ma ha sempre mostrato una forte originalità e coerenza nella elaborazione dei propri progetti. Molti sono i nomi degli artisti che in tanti anni hanno partecipato al “festival di Palermo” (come veniva chiamato all’estero, per la difficoltà di pronunciare “Incontroazione”), spesso poco prima di diventare famosi, ma anche dopo che la loro notorietà aveva varcato i confini del paese natio.”
Il Teatro Libero di Palermo vanta tantissimi gli spettacoli ospitati nel corso dei decenni di attività, molti dei quali stranieri: Bolek Polivka di Brno (1976), le Plan K di Bruxelles (‘76), il Butosha di Tokyo (‘77), il Freies Theater di Monaco (‘74), il Teatr STU di Cracovia (‘72), l’Argentina di Comuna Baires (‘73), il Footsbarn Travelling Theatre (‘87), lo Stary di Cracovia con Nastasia Filipovna (‘82) e Delitto e Castigo (‘88), entrambi diretti da Andrei Wajda, “Sei personaggi in cerca di autore” di Pirandello, diretto da A. Vasil’ev (‘89), Lieffeber del Toneelgroep di Amsterdam (‘92), L.O.V.E. del Volcano Theatre (‘93).
E ancora, molti spettacoli sono stati ospitati a Palermo per la prima volta dal Teatro Libero Incontroazione: “Per la danza: Maguy Marin (‘85), Daniel Larrieu (‘87), Rosalind Newman (‘87), Micha van Hoecke (‘85), Angelin Preliocaj (‘88 e’97), Susanne Linke (‘84), Jean-Claude Gallotta (‘96), Vicente Saez (‘97), Lucia Latour, Enzo Cosimi, Laura Corradi e tanti altri coreografi, anche loro presentati a Palermo in prima … completano il mosaico delle attività permanenti, la videoteca (comprendente produzione ed archiviazione), il Premio di Teatro “Xavier Fabregas”, la collana del Teatro Libero con i testi inediti messi in scena e i Quaderni di Teatro del Laboratorio “ipotesi e documenti”, editi da “Theatrum mundi Edizioni”.
L’edizione 2017, la XII, del Festival Presentefuturo parte in un giorno particolare per Palermo, ovvero il 23 maggio: venticinquesimo anniversario della strage di Capaci in cui perirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. È un giorno nel quale Palermo è meta di pellegrinaggio in ricordo di dolorosi avvenimenti. Anche se non c’è alcun collegamento voluto, non sarebbe sbagliato peregrinare anche dalle parti di Piazza Marina: luogo, come detto, di dolorosi eventi passati non meno evocativi e forse persino più attinenti. Arricchendosi con un percorso teatrale che permette di riflettere meglio.
Così è presentato il Festival Presentefuturo 2017 dagli organizzatori: “Due prime nazionali fuori concorso e dodici corti scandiranno la dodicesima edizione di Presente Futuro 2017 che, da quest’anno, si trasforma in giovane festival internazionale e premio delle arti performative, dedicato a quei percorsi artistici che si pongono all’incrocio tra più linguaggi della scena. Artisti internazionali provenienti da Francia, Spagna, Svizzera, Cipro, Tunisia faranno parte di un progetto che guarda con forza al meticciato artistico e al superamento dei confini di genere, di cultura e di lingua.”
È un premio, continua la presentazione, “che permetterà al progetto vincitore di ottenere, oltre ad un gettone in denaro di mille euro, una settimana di residenza di creazione presso il Teatro Libero, oltreché la partecipazione, con la versione short del progetto, al Be Festival di Birmingham del prossimo luglio.”
Programma:
Il via il 23 maggio, alle ore 21,15, con il primo spettacolo fuori concorso in prima nazionale: “El Agitator Vortex” della Compagnia spagnola Cris Blanco di Barcelona. Progetto realizzato con la collaborazione e il sostegno dell’ Instituto Cervantes di Palermo. Uno spettacolo che indaga il linguaggio del cinema attraverso il teatro e il linguaggio del teatro attraverso il cinema; si prosegue il 24 maggio con il secondo spettacolo fuori concorso, in prima nazionale, della compagnia franco-tunisinaSelim Ben Safia, “Sur le pas de ta porte”, un lavoro incentrato sul tema del coraggio, sul concetto di casa, e sul tema del confine.
Poi, dal 25 al 27 maggio, dalle ore 20, le tre serate dei progetti in concorso: quattro progetti a sera per tre sere; dodici corti ai bordi della danza, del teatro e della performance, che si contenderanno un premio e che saranno giudicati dalla commissione internazionale composta dal prof. Guido Di Palma dell’Università La Sapienza di Roma, Daniela Cecchini – critico di danza del Giornale di Sicilia, Nicola Fano – Critico teatrale, Atxarte Lopez de Munain – programer del BE FESTIVAL, Beno Mazzone – direttore del Teatro Libero, Jean-Pierre Sag – professore della Sorbonne di Parigi, Guido Valdini – critico de La Repubblica e Toméo Verges – coreografo.
Giovedì 25 maggio, andranno in scena dalle ore 20: “Un po’di più” di Lorenzo Covello e Zoé Bérnabeu, progetto selezionato perché vincitore del Minimo Teatro Festival 2017, che analizza le diverse declinazioni dell’amore nella vita; poi “2001: Odissea sulla Terra”, di Gianni Spezzano della compagnia Cerbero Teatro di Latina che indaga l’Italia degli ultimi vent’anni: da Berlusconi al G8 di Genova, dall’11 settembre all’avvento dell’euro; la performance partecipativa “M2” di Dynamis, prodotto con il Teatro Vascello di Roma, che coinvolge il pubblico attraverso un gioco sul concetto di confine; infine, “The more you dance the more you get”, performance di Evie Demetriou, coreografa e performer di Cipro il cui lavoro mette al centro il corpo e il suo essere merce di scambio, di sfruttamento anche sessuale.
La seconda serata, venerdì 26 maggio, vedrà in scena, dalle ore 20.00, “Girl is a gun” di Nina Negri e Isadora Pei del Collettivo AjaRiot e Kolektiva Esperanto di Torino, che parla di sessualità, rovesciando l’immaginario collettivo sul mondo del sex-workersM; poi “Retiro” di Lucia Guarino, compagnia Simona Bertozzi, che riflette sullo spazio: privato, pubblico, e il diaframma tra pubblico e privato. Poi, una esilarante indagine sulla società consumistica dei nostri giorni: “BLACK FRIDAY – la felicità a 9.99 €” ideato e interpretato da Daniele Pennati e prodotto da ZerocommaZeroUno di Monza. La seconda giornata si concluderà con il progetto della compagnia di Marsiglia MEEARI: “Boussole” di Léa Canu Ginoux, una collaborazione con Giovanna Velardi, un lavoro transdisciplinare di creazione e di ricerca che, attraverso tre partiture coreografiche e sonore, riunisce pratiche artistiche, azioni pedagogiche e cittadine.
Sabato 27 maggio, ultimo giorno del festival, il primo progetto in programma è “Lolita” di Silvia Battagli, produzione Biancateatro di Torino in coproduzione con l’Odin Theatre, incentrato su una personale indagine sul tema dell’età/identità e sullo sfasamento tra tempo interiore ed età biologica.
Poi, “Dove cielo tocca mare – storia di un sogno senza confini” di Beppe Gromi della compagnia Fabula Rasa, e Black Fabula ovvero una formazione di giovani richiedenti asilo nata nella primavera del 2015, all’interno del Progetto Teatro Senza Confini di Fabula Rasa. Un racconto di immagini e movimento, paesaggi sonori e simboli che dipingono un affresco “in progress” sulle migrazioni di questi ultimi anni, reso attraverso la coreografia di Debora Giordi e la magia della danza tradizionale africana di Alhassane Kone (Guinea Conakry). Poi “Morning sun” della compagnia svizzera di Perrine Valli, giovane e promettente coreografa francese in residenza in Svizzera, che propone un lavoro in duo con Marthe Krummenacher sul tema del desiderio, traendo ispirazione dai dipinti di Edward Hopper, per indagare la relazione tra i corpi e il concetto dell’altro, tra narrazione e astrazione, relazioni interne ed esterne intese come metafora del desiderio sessuale.
E, infine, a chiusura del festival, “SIN” coreografia di Mario Coccetti, Compagnia Progetto S, che a partire da un incontro casuale in una balera pone in relazione due perfetti sconosciuti (Salvatore Sciancalepore e Rocco Suma) che, nell’arco di una notte, si vedranno costretti a sviscerare le possibili declinazioni di un legame, nell’incedere ritmico del tango.
Il Festival si avvarrà della collaborazione dell’ERSU e di “Io Studio” per le attività di comunicazione e la logistica, dell’Instituto Cervantes di Palermo per lo spettacolo di apertura, della collaborazione e partnership del Be Festival di Birmingham, del sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Diverse formule di biglietti. Info e prenotazioni allo 0916174040. Oppure a TEATRO LIBERO INCONTROAZIONE, teatro d’arte contemporanea. Centro di Produzione teatrale riconosciuto dal MiBACT. Salita Partanna, 4 (Piazza Marina) – 90133 Palermo E-mail: comunicazione@teatroliberopalermo.com, www.teatroliberopalermo.com.
Le foto di Piazza Marina in copertina e nel testo sono di Giulio Azzarello. Tutti i diritti riservati.