
L'ambasciatore della Romania Bologan e il Presidente Mattarella.
“La mia speranza va verso un’Italia e una Romania che possano rappresentare un modello di integrazione e di amicizia fra cittadini europei, in un’Europa che tutti noi vogliamo chiamare la nostra casa, la nostra Patria comune come la voleva De Gasperi.” George Bologan, Ambasciatore di Romania in Italia
A fronte di diverse centinaia di migliaia di visioni per la scandalosa frase del rappresentante dei Cinque Stelle, il messaggio dell’Ambasciatore romeno, scritto in un italiano che il vicepresidente della Camera Di Maio nemmeno si sogna, è stato molto meno letto.

Il testo dell’ambasciatore è un esempio di competenze che fanno vedere la differenza tra un uomo di grande preparazione e un ragazzino presuntuoso quale si sta dimostrando Di Maio. Il quale, invece di reiterare e difendere la sua frase scandalosa, dovrebbe chiedere scusa a tutti i cittadini del Popolo Italiano e del Popolo Romeno.
Ci sembra dunque doveroso pubblicare la versione integrale del messaggio scritto dall’Ambasciatore della Romania in Italia, George Bologan, e pubblicato poche ore fa nella pagina Facebook della stessa Ambasciata (pubblicata integralmente anche da La Stampa).
Questo perché la gravissima frase del Vicepresidente della Camera, il Cinque Stelle Luigi Di Maio, sulla Romania e l’Unione Europea ha provocato la reazione indignata di tanti cittadini italiani, romeni e di altri Paesi.
Ed è stata condivisa diverse migliaia di volte sul web. Moltiplicando così la vergogna di ogni italiano per la spaventosa bufala, condita di razzismo, scritta e ribadita da un alto rappresentante delle Istituzioni italiane quale è Luigi Di Maio, contravvenendo ai principi basilari della Repubblica, stabiliti nella Costituzione Italiana.
Ecco quindi il testo integrale dell’Ambasciatore George Bologan in risposta a Di Maio, con un esempio di rapporti civili e rispettosi della grande cultura di due Paesi amici e molto vicini:
“Dallo spazio pubblico ci è pervenuto un messaggio, che al di là delle opinioni personali, offende tanti miei concittadini di buona volontà.

Sono preoccupato quando le parole feriscono molte famiglie miste come sono state anche ad Amatrice o Rigopiano, oppure quando i bambini possono essere messi in uno stato di umiliazione, loro che sono i più deboli e indifesi, che vanno tutelati nella loro dignità e identità nazionale, nonché europea. Le parole possono indurre fiducia, trasmettere emozioni e speranza o far crollare sogni. “Pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare”, come sosteneva John Austin.
Le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto da parte di chi le pronuncia. La comunità romena è ben integrata, apprezzata per la sua presenza nel tessuto sociale italiano, per il contributo in vari campi.
Molti dei miei onesti cittadini sono sui cantieri e i datori di lavoro li apprezzano e vogliono continuare a collaborare con loro, altri portano sollievo e assistenza a tante persone sole e immobilizzate, altri, medici e infermieri fanno arrivare la speranza e il sorriso ai malati, altri che sono ingegneri, insegnanti, ricercatori, studenti, artisti, portano il loro contributo allo sviluppo del paese che hanno scelto per affinità culturale e spirituale.
Conosco giovani musicisti con doppia cittadinanza che hanno vinto premi per l’Italia. La memoria storica purtroppo è corta e si vede in tutta l’Europa. Mi fa piacere ricordare che se oggi c’è una numerosa comunità romena in Italia, questo fenomeno può essere letto anche come “il rovescio della medaglia” perché da fine Ottocento e soprattutto durante il periodo tra le due guerre la Romania di oggi era uno dei luoghi che portava fortuna a tanti italiani pagati addirittura in monetine d’oro. Le numerose imprese italiane presenti in Romania, come la comunità romena in Italia, sono un perno per le nostre relazioni ben radicate nella storia comune.

Personalmente ho scelto l’Italia per studiare, spinto dall’amore per la storia, l’arte, l’affinità e il legame particolare che abbiamo con Roma, da cui l’unico popolo e paese al mondo che la porta nel suo nome è la Romania. Qui ho scoperto la profondità del pensiero e del vivere di Don Sturzo, Alcide De Gasperi, Spinelli, Pier Giorgio Frassati, figure a cui mi sono affezionato e chi mi conosce può confermare che non sono affermazioni formali.
Al di là della dialettica politica interna che non mi riguarda, credo che i messaggi positivi possono dare di più, che la collaborazione e la volontà comune possono portare dei risultati. Dobbiamo fidarci l’uno dell’altro e cercare di risolvere insieme i problemi che ci perturbano e di saper distinguere tra chi sta da parte del bene e da parte del male. Il dialogo e la conoscenza aiutano tanto. Ciascuno di noi dipende in qualche modo dall’altro e questa interdipendenza può essere trasformata in un valore, il valore della solidarietà. Possiamo raggiungere obiettivi se ci fidiamo gli uni degli altri. Ciò che ci unisce è molto più profondo da quanto ci può dividere. Cultura, tradizioni, spiritualità, emozioni e speranze sono molto comuni alla sensibilità dei nostri popoli. La Romania insieme all’Italia desidera un’Europa più forte e dinamica, il cui progetto può essere letto in termini di beneficio per gli europei.

Sono onorato di essere l’ambasciatore della mia gente, sensibile e con fede in Dio, della cui Pasqua festeggeremo insieme a breve. Sono onorato di essere rappresentante del mio paese in Italia, terra dell’arte, della bellezza, di Leonardo, Petrarca, Dante, Leopardi (insieme al poeta nazionale romeno Eminescu riconosciuti come gli ultimi romantici), Cavour (di cui uno degli amici era il poeta e ministro degli affari esteri dei Principati Danubiani, Vasile Alecsandri), Giovani XXIII° (fine conoscitore della spiritualità dell’Europa Orientale). E sono anche io uno di quei tantissimi romeni che tifano con emozione per gli “azzurri” nelle gare calcistiche internazionali.
La mia speranza va verso un’Italia e una Romania che possano rappresentare un modello di integrazione e di amicizia fra cittadini europei, in un’Europa che tutti noi vogliamo chiamare la nostra casa, “la nostra Patria comune” come la voleva De Gasperi. Con questi sentimenti mi rivolgo a tutti gli amici italiani, invitandoli a scoprire la profondità dell’anima del popolo romeno. Un sentito augurio a tutti di passare con serenità la Santa Pasqua!
George Bologan
Ambasciatore di Romania in Italia
In copertina, l’ambasciatore di Romania George Bologan insieme al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Foto tratta dalla pagina Facebook dell’Ambasciata di Romania in Italia.